Giugno - Settembre
Dal martedì al venerdì dalle 10,30 alle 13,00
e dalle 17,30 alle 21,00.
Sabato e domenica dalle 10,30 alle 13,00
e dalle 17,30 alle 21,30.
Lunedì chiuso.
a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, prodotta e organizzata da S.I.A. srl e MetaMorfosi Eventi, promossa dal Comune di Gallipoli, dalla Diocesi di Nardò-Gallipoli e dal Museo Diocesano di Gallipoli “Mons. Vittorio Fusco”, in collaborazione con Mostre Lab e Wall Drawings, è dedicata ad uno degli artisti più iconici del nuovo millennio.
Banksy, dal 24 giugno 2022, sarà in mostra negli spazi del Museo Diocesano di Gallipoli “Mons. Vittorio Fusco” con le sue opere più famose ed enigmatiche: immagini e forme di inaudita potenza etica, evocativa e tematica. Nella sede dell’antico Seminario, attiguo alla concattedrale di Sant’Agata, nel cuore del centro storico di Gallipoli, il Museo Diocesano accoglierà fino al 30 settembre 2022 una selezione di serigrafie realizzate dall’artista tra il 2002 e il 2007. Si tratta di immagini tra le più conosciute e simboliche, quelle che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo.
In esposizione anche due vere e proprie icone della produzione dell’artista britannico, ormai conosciute e amate in tutto il mondo per il tratto artistico immediato e per i potenti messaggi sociali: Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05, che nel 2017 è stata votata in un sondaggio come l’opera più amata dai britannici e Love is in the Air, un lavoro su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme, raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori.
Questa mostra è l'esito di un progetto scientifico, analitico e critico indipendente. L’artista conosciuto come Banksy non è coinvolto nel progetto espositivo, pur essendone stato informato.
Dal 4 luglio 2020 al 30 gennaio 2021 presso il Museo Diocesano di Gallipoli “Mons. Vittorio Fusco”, avrà luogo la mostra LA PITTURA PARLA AL MONDO - RAPPRESENTAZIONE E SEGNO di Antonio Del Donno. La mostra è organizzata da SIA Servizi Museali srl, Solver Sud Salento srl, Container71 srl, Giovanni Altamura - Arte Moderna e Contemporanea in collaborazione con Archivio Del Donno (Pres. Alberto Molinari).
Il percorso artistico di Antonio Del Donno (Benevento, 1927) inizia nella prima metà degli anni cinquanta con le serie di disegni a china - architetture urbane, strade, ferrovie - anticipatrici della forte seduzione per il segno grafico che diventerà il leit-motiv della sua intera produzione. Sempre desideroso di sapere e di conoscere, Del Donno frequenta quotidianamente la galleria di Lucio Amelio a Napoli e presenzia assiduamente ai maggiori eventi artistici che si succedono freneticamente in quegli anni in Italia e all’estero: dalle Biennali alle Triennali, dalle Quadriennali alle fiere e alle mostre più importanti, sempre accompagnato dall’amico Mimmo Paladino con il quale condivide ogni avvenimento. Si forma direttamente all’interno dell’ambiente artistico e vive le esperienze di un’epoca storica - quella delle avanguardie degli anni ’60 e ’70 - contrassegnata da radicali cambiamenti e forti rotture. Parallelamente, comincia a produrre e ad esporre il frutto del suo lavoro con un’intensità che è, ancor oggi, a dir poco sorprendente. L’assiduità della pratica e la volontà gli hanno permesso di raggiungere una sicurezza straordinaria che non sconfina mai nel manierismo e nella ripetitività fine a sé stessa. La quotidianità del fare artistico - per lui indispensabile - è da leggere essenzialmente come gesto liberatorio e comunicatore. Osservando gli ultimi lavori si percepiscono una freschezza e una forza mai venute meno nel corso degli anni, che rendono inimmaginabile l’effettiva età anagrafica dell’autore. Del Donno è un artista che ha sempre perseguito i suoi ideali con un convincimento che molti potrebbero invidiargli. Le mode non l’hanno soggiogato, il denaro e la fama non l’hanno divorato; dall’alto del suo “piedistallo” può permettersi di esprimere feroci critiche contro chi fa dell’arte una mera questione di business. Assumendosi il rischio di venir confinato ai margini dell’ambiente artistico - ma così non è stato - Del Donno ha scelto la purezza di spirito e di linguaggio per comunicare il suo pensiero che va “intuìto” per mezzo della sensibilità e non “spiegato e capito”, come non si possono “spiegare e capire” il canto degli uccelli, un’alba, un tramonto … La sua filosofia ben si percepisce osservando l’intero corpus delle opere, dai Contenitori di luce ai Vangeli, dalle Parole di fuoco alle Tagliole e ai lavori più recenti, che richiamando ironicamente il mondo della pubblicità, criticano il consumismo e la superficialità che spesso ci circonda. Tutto il lavoro di Del Donno è coerente con il suo modo di essere e portatore di valori profondi: onestà intellettuale, autenticità, libertà. Si sono occupati ampiamente della sua produzione Achille Bonito Oliva, Filiberto Menna, Mirella Bentivoglio, Enrico Crispolti, Giuseppe Galasso,ecc. Le sue opere sono esposte in più di 45 città e in oltre 72 luoghi diversi fra musei, mostre permanenti, spazi privati ed istituzionali. Sono stati anche istituiti due musei permanenti nelle città di Benevento ed Anagni, dedicati all’artista.
Tariffe (il biglietto d’ingresso comprende la visita al museo e alla mostra)
Ingresso ordinario: € 4,00
Ingresso ridotto: € 2,50
(Il biglietto è ridotto del 50% ai cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 14 e i 25 anni).
Ingresso gratuito
- Ai cittadini extracomunitari e dell’Unione Europea minori di 14 anni;
- Ai cittadini extracomunitari e dell’Unione Europea portatori di handicap e ad un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria;
- Agli allievi dei corsi di alta formazione della Scuole del Ministero (Istituto Centrale per il Restauro; Opificio delle Pietre Dure; Scuola per il Restauro del Mosaico);
- Per motivi di studio, ricerca attestate da Istituzioni scolastiche o universitarie, da accademie, da istituti di ricerca e di cultura italiani o stranieri, nonché da organi del Ministero.
I Musei Diocesani di Gallipoli e Nardò organizzano il I CONCORSO FOTOGRAFICO dal titolo IL TUO PRESEPE IN MOSTRA.https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/tf4/1/16/2728.png");">✨
Il tema del Concorso sarà incentrato sulla tradizione del presepe ed è volto alla conoscenza della cultura della Natività.
La partecipazione al concorso è gratuita ed è rivolto a tutti gli appassionati di fotografia, sia che si tratti di fotografi amatoriali o professionisti.
Si può inviare la propria foto entro e non oltre il 18 Dicembre 2019 all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Le foto che riceveranno più like “mi piace” nello specifico album sulla pagina Facebook si aggiudicheranno il premio.
Le votazioni on-line si chiuderanno il 23 Dicembre.
Per ulteriori info consultare il regolamento sulla locandina.
POMERIGGI CREATIVI al Museo Diocesano di Gallipoli.
Ogni domenica dalle ore 16:30 alle ore 18:30 sono previste una serie di attività laboratoriali ludiche e didattiche per alimentare la creatività e la fantasia dei bambini dai 6 ai 10 anni, attraverso la lettura, la decorazione, la pittura, il disegno ed altre attività divertenti!
Ingresso pro capite al laboratorio € 6.00. Fratelli o sorelle accedono con soli 3,00 euro aggiuntivi.
Prenotazione obbligatoria.
Per qualsiasi informazione e per prenotazioni contattaci al numero 0833/264110 o al nostro indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tutti i GIOVEDì di Agosto presso il Museo Diocesano di Gallipoli sarà possibile partecipare ad una coinvolgente VISITA GUIDATA ESPERENZIALE, che vede come protagonista il Museo, inserito nel meraviglioso contesto storico ed artistico del centro storico di Gallipoli, in eterna comunicazione tra la terra e il mare!
Info e prenotazioni:
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Tel. 0833/264110
“Ciò che trattiene dall’essere presente, non è altro che la speranza nel futuro; la speranza in qualcosa che deve accadere tiene in vita una certa fantasia sul futuro, questa speranza è un miraggio; nessuno ci arriva e questa speranza ci trattiene dal vedere l’evidenza, la preziosità dell’essere. È una grande distorsione, una grande incomprensione di ciò che può dare soddisfazione. Quando insegui un miraggio o l’amore, stai rifiutando te stesso.”
A. H. Almaas
Una donna, un amore sospeso, un’attesa che dura una vita. E un uomo assente, sbagliato, ingombrante, lontano. Un uomo verme che si nutre del corpo di lei, della vita di lei ma soprattutto dell’amore di lei. Perché l’affetto tiene in vita il legame e quando questo è a senso unico si tira sempre più il filo e il nodo si stringe, finché non ci soffoca.
Spesso l’innamoramento può somigliare ad una forma estrema di dipendenza affettiva. In esso infatti ritroviamo tutti i sintomi della dipendenza: l’idealizzazione, il desiderio di stare continuamente con la persona amata, l’ansia di separazione, l’ossessione per l’altro, le manifestazioni somatiche come batticuore, rossore, eccitazione. Ci sono persone che sono riuscite a sperimentare una qualità profonda di amore e che sentono il desiderio interiore di condividere la loro pienezza con l’altra persona. Poi ci sono le personalità dipendenti, queste, mancano di fiducia, di forza, di autostima e sono alla continua ricerca di compensazioni esterne.
Quando si perde di vista il proprio valore o non si riesce a riconoscerlo si crea un senso di mancanza e di incompiutezza. Si finisce per disconoscere le proprie qualità più intime restando come stranieri a se stessi.
Penelope è una donna che attende. Lei ha visto suo marito partire per la guerra e la sua vita si è fermata quel giorno. Passa le giornate ad aspettare che torni, a guardare il mare e a canticchiare canzoni che parlano di amori lontani.
Questa eroina rivisitata in chiave moderna fa rivivere le storie e i conflitti che si ripetono nei secoli perché appartengono ai meccanismi che regolano da sempre i rapporti affettivi.
Un monologo appassionato di una donna sola, fragile, ma pronta a tutto pur di seguire il proprio cuore. Il testo scritto dall’attrice performer Alessandra Merico è composto da momenti brillanti e drammatici e impreziosito dalle musiche originali di Eloisa Atti accompagnata alla chitarra da Marco Bovi.
Lo spettacolo "Penelope – L’abitudine di restare" andrà in scena Sabato 3 Agosto alle ore 21.30 sulle suggestive terrazze panoramiche del Museo Diocesano di Gallipoli, in Via Antonietta de Pace, n. 51.
Ingresso € 12,00
Info e prenotazioni:
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Tel. 0833/264110
Un museo è un luogo dove si dovrebbe perdere la testa. (Renzo Piano)